Treni storici: cosa ci dicono i primi numeri del dopo pandemia

Tornati finalmente e felicemente a far sferragliare il convoglio sui binari della Sulmona-Isernia, la Transiberiana d’Italia, possiamo già soffermarci su alcuni numeri, gentilmente forniti a fini statistici dall’agenzia viaggi Pallenium Tourism, per evidenziare le provenienze dei viaggiatori delle quattro partenze già tutte sold out di agosto (1 / 9 / 16 / 22) e porci qualche domanda sull’andamento generale e sulle preferenze di chi anche quest’anno, nonostante la drammatica esperienza legata all’emergenza Covid-19, è riuscito o non ha rinunciato ad esplorare il nostro Bel Paese.

In questi mesi, soprattutto a cominciare dai primi di giugno, abbiamo spesso sentito parlare di “turismo di prossimità”, della inevitabile assenza degli stranieri e delle presunte maggiori tendenze dei visitatori in questa prima stagione estiva dopo la pandemia, facendo i conti anche con le proprie tasche e quindi inevitabilmente con minori capacità di spesa.

Nel nostro piccolo, con numeri già consolidati e definitivi che abbracciano tutto agosto e che in assoluto sono pari a circa 1200 presenze, registriamo dei dati interessanti ma che confermano solo in parte queste previsioni.

Innanzitutto dovremmo capire esattamente che si intende per turismo di prossimità: se si abbraccia una vasta area concettuale che comprende non solo la lunghezza dello spostamento e la distanza da casa ma anche la tipologia di luoghi scelti, di strutture per il soggiorno e di filosofia di viaggio, con una particolare attenzione alla mobilità e all’esperienza c.d. “lenta”, allora sicuramente il caso della Transiberiana d’Italia si inserisce appieno dentro questa espressione.
Per noi non è certo una novità, una delle missioni fondanti della nostra associazione da anni è infatti proprio la sensibilizzazione verso una maggiore responsabilità e una più consapevole cultura di viaggio, specie in treno.

Se invece si equipara turismo di prossimità unicamente con la scelta del visitatore di non allontanarsi troppo, per poter vivere un’esperienza anche a pochi passi da casa, forse allora i dati che vengono fuori non sono poi così allineati con questa tendenza.

Nelle quattro date di agosto, tutte con partenza da Sulmona, si osserva infatti innanzitutto una percentuale considerevole di viaggiatori provenienti dalle regioni settentrionali, in grande aumento rispetto al passato, contrariamente a quanto in buona sostanza ci si poteva aspettare alla vigilia.
In questo agosto rappresentano infatti più di un terzo del totale: sono ben il 39% contro il 21% dell’agosto 2019.

Rimangono poi più o meno stabili, in leggerissimo calo, le presenze da Roma e dal Lazio, ossia la regione limitrofa con il maggiore bacino d’utenza: quest’anno sono il 19% contro il 20,5% dello scorso agosto.

Lieve aumento per le altre regioni limitrofe, Umbria e Marche, che sono al 13,5% contro l’12% dell’agosto 2019.

Diminuiscono invece sensibilmente le presenze dei locali (Abruzzo e Molise), seppur ancora rimarchevoli sul totale: anche qui un dato probabilmente inaspettato considerate le premesse, con un 19% a fronte di un 29,5% dello scorso agosto.

Dalle regioni meridionali ancora un calo, da leggere come strutturale per via della perdurante assenza finora delle partenze da Isernia (direzione Sud-Nord), preferibili per chi proviene da Sud, oltre che per una generale tendenza estiva in quelle regioni di essere meta di vacanza anche per gli stessi residenti, specie quest’anno: dalla Campania fino alle isole solo un 6,5%, contro l’11% dell’agosto 2019.

Ultimo dato, previsto e confermato, il calo delle presenze dai paesi esteri che per via della difficoltà quest’anno di raggiungere mete oltre confine, passano da un 6% dell’agosto 2019 a un 3% dell’agosto 2020, tutti racchiusi tra Austria, Germania, Francia, Belgio, Olanda e Regno Unito.

Questi dati probabilmente ci invitano a riflettere su quanto spesso sia impossibile fare delle previsioni attendibili sulle abitudini e sui desideri delle persone, in particolare su chi viaggia, anche in conseguenza di oggettive situazioni tali da aver cambiato il modo stesso di pensare e di concepire un viaggio.
Il viaggio in sè rimane comunque una delle più autentiche forme di libertà e di espressione della personalità umana, pertanto i fattori che determinano tali scelte sono così tanti e così condizionanti che di fatto molto facilmente sfuggono a calcoli prestabiliti.

Siamo contenti che vi sia senza dubbio una maggiore attenzione a determinati argomenti che qui, banalmente e solo per ragioni di spazio, racchiudiamo nell’espressione “turismo lento”, ma come ogni vicenda del genere umano, tutto ha una propria volatilità o sedimentazione.
Il nostro compito rimane, da sempre, raccontare quello che secondo noi è il bello, quello che secondo noi vale la pena di vivere e scoprire per consentire alle generazioni future di goderne pienamente, preservando e tutelando ogni giorno e in ogni modo il patrimonio di noi tutti attraverso l’unica efficace arma di difesa e valorizzazione: l’utilizzo.

Buon viaggio a tutti!