Locomotiva FS a vapore con “mantello aerodinamico”
Negli anni ’30, la passione dell’aerodinamica contagiò anche l’Europa. Ai suoi canoni stilistici si vollero adeguare anche le locomotive. In Italia si tentò con la locomotiva 691 026, una delle 33 unità del gruppo 691. Ad essa, nel 1939, si applicò una “carenatura” allo scopo di diminuire la resistenza all’avanzamento con incremento della velocità. Così modificata la locomotiva venne reimmatricolata a691 026, la “a” sta per aerodinamica. Il modello riproduce il prototipo nella versione del 1939. È realizzato con molti particolari riportati, con grande finezza nella realizzazione e gli esemplari, prodotti in numero limitato, saranno numerati.
(Dal catalogo Rivarossi Novità 1985)
La 691 aerodinamica è a tutti gli effetti un pezzo da collezione nonché il modello più esclusivo della vecchia produzione italiana in scala 1/80 di Rivarossi. Questo modello, lungo 28 cm, fu presentato nel 1983 e prodotto nel 1986 con art. 1153. Si trattava di una produzione limitata a 600 pezzi, con il numero di serie riportato su una targhetta in metallo applicata sotto il telaio. Il nostro riporta il num. 564.
Il modello esposto, proposto in un elegante cofanetto bianco, è corredato dal certificato di produzione limitata, un foglietto di carta con le avvertenze sull’uso e manutenzione e, cosa assai rara, è presente lo scontrino d’acquisto del 1986 di Lire 371.000; prezzo di vendita di allora riportato anche sul noto sito web rivarossi-memory.it.
La motorizzazione è nel tender con il classico alberino di trasmissione alla locomotiva. La cura straordinaria dei particolari si vede nei dettagli dei portelli di ispezione, dai respingenti e soprattutto dalle targhe di immatricolazione. È un prodotto pensato, progettato e realizzato in Italia dal grande Alessandro Rossi e dai suoi collaboratori che non si guadagnavano solamente da vivere producendo trenini, ma lo facevano con amore e passione.
La macchina reale, adibita alla tratta Milano-Venezia, al termine della guerra venne riportata allo stato di origine senza “mantello”. La lama dell’ascia sul frontale era rivolta inizialmente verso il basso poi la decorazione venne modificata verso l’alto.